La forza degli amori sbagliati

La forza degli amori sbagliati

Wyoming

Una montagna fuori

una stanza dentro

un cranio sopra

Neve sulla montagna

fiore nella stanza

pensieri nel cranio.

Allen Ginsberg, non finchè vivo

Una forza costringe gli esseri umani a legarsi, in maniera gradualmente più forte, a qualcuno. Come se, dentro di sé, l'uomo sapesse già che per natura non è possibile vivere da soli e affrontare tutto con decisione, forza, coraggio. Ci leghiamo alle persone perché pensiamo che possano entrare nel nostro buio e che possano attraversalo con noi, magari lentamente o, se ci va bene, tenendoci per mano. Pensiamo, dall'alto dei nostri pensieri gravosi di amore, che la persona alla quale ci leghiamo saprà starci vicino sempre, in qualunque circostanza, e finiamo per credere che il nostro legame, che Dio lo voglia, non è paragonabile a nessun altro; - è qualcosa di unico, di profondo - è quello che ci raccontiamo e che raccontiamo ed è quello in cui vogliamo credere, perché pensare di dover vivere un'esistenza da soli, con tutti i faticosi affanni della vita, è impensabile e, a tratti, doloroso.  La vita è fatta di incomprensioni, di cose che non capiremo mai e di luci soffuse che annebbiano la realtà, ma è anche vero che tacere "solo per timore / che il mio canto in futuro/ mi dia dolore" (Wistawa Szymborska, la musa in collera), è cosa che non è raccomandabile fare, perché equivarrebbe a non vivere. Alda Merini scriveva che la fame, la sete, il sonno, l'appetito sessuale sono quelle cose di per sé dinamiche che fanno dire all'uomo che egli è bello in quanto uomo, cioè "che egli è bello in quanto ha molti accidenti spirituali". Basterebbe non avere fretta, stare ad ascoltarci. Il non saper aspettare porta con sé la tremenda malinconia di sapersi dove non si doveva essere e di aver rinunciato ad una crescita che doveva, per necessità, essere lenta e riflettuta. Quello che più produce la fretta, le scelte non ragionate, quel forte sentire che tanto ci appassiona ma che ci distrugge allo stesso tempo, sono i sentimenti sbagliati, affrettati. Per scelta decidiamo di buttarci a capofitto nelle cose, negli eventi della nostra vita e abbandoniamo l'istinto razionale che ci è proprio. Esistono sentieri più ispidi di altri, scelte più semplici e apparentemente più spensierate, ma privare il tempo del tempo, vuol dire privare la vita della sua propria essenza. Decidere di volere tutto e subito. Per quanto sia rassicurante tendere la mano e sapere che c'è qualcuno che ce la stinge, prima o poi, se siamo arrivati a voler bene solo per stanchezza della solitudine, allora arriverà il momento in cui dovremmo fare i conti con quel colosso vero che è provare l'amore. "La mia testa è in subbuglio,/ il mio cuore e l'orgoglio,/ sciocco cuore che è spezzato/ e l'orgoglio calpestato" scrive la Szymborska, e la sua confusione abita il cuore di tutti i lettori che come lei si straziano per amori mancati. Continua dopo "e così c'incontreremo,/ lasceremo risa in sala,/ sette passi, sette leghe/tra di noi c'inventeremo" e, infine "e quasi non bastassero/i dolori della vita/-ci uccideremo con le parole". Quello che fa più male di un amore finito male è un amore mancato. Ma anche gli amori mancati hanno una loro politica e particolare bellezza. Sono quegli amori potenziali di chiunque, ma che fanno male a pochi, perché lasciano la malinconia di una realtà che non ci apparterrà mai. Quegli amori potenziali che viviamo per poco: parentesi in cui si è solo in due e tutto sembra apparentemente tranquillo e non minaccioso. Tempo destinato a finire e pronto per fare come se niente fosse stato ("... ma ogni grande passione, Giorgio, non sarebbe nata se non ci fosse stato il cattivo dell'impresa, colui che con un'assurda Lambretta ci ha attraversato la strada travolgendo due anime che salivano la collina per guardarsi in viso o per non ritrovarsi mai più" - Alda Merini, un'anima indocile. La libido). Sono amori che si interrompono prima di nascere e che non hanno nessuna pretesa se non quella di far capire che le cose in realtà non sono complicate, ma che l'amore è semplice e che ci si sceglie. Gli amori mancati mancano della loro forza ed esistono perché dietro ci sono persone che hanno solo urgente e necessaria esigenza di amarsi. Per poco, per un istante. Persone che non danno tempo al tempo. Così, un amore come quello di Modigliani e l'Achmatova non può che essere letto come un vano tentativo di due anime di intrecciarsi, ma senza alcun risultato. Un amore mancato che ha lasciato traccia indelebile in entrambi, se pur molto breve. Sono mesi di notti insonni, di giornate passate nella complicità. Sono mesi, per i due artisti, di una felicità destinata a non durare. Ma Anna continuerà ad amarlo, se pur lontana e Modigliani continuerà a ritrarla. L'Achmatova lo racconta in una raccolta che, non a caso, si chiama "La cosa del tempo", in cui descrive un amore negazione di se stesso, pronto a sconvolgere del tutto la realtà ontologica di chi lo vive ( "al posto di una pacifica gioia/ volevamo un dolore che mordesse.."). E questo amore, che di fatto rinnega se stesso, comincia ad avere bisogno di nutrirsi di qualcosa di diverso, arrivando al desiderio di perfezione, di totalità. Si tratta di un amore - totalità che esula completamente dalle abitudini e dalla routine quotidiana, ma che gioca e fa leva su quello che è l'inestricabile rapporto fra le anime; è un petalo la tua memoria/ Che si adagia sul cuore e lo sconvolge - dice la Merini.

Gli amori sbagliati ci danno la forza per capire quello che vogliamo davvero e sebbene lascino un retrogusto di malinconia, non devono essere mai dimenticati. Incontriamo le persone per un motivo e tutti ci sono necessari per capirci, anche se ci verrebbe da dire, come dice l'Achmatova "non mi hai dato né amore né pace". Cadere è necessario, aiuta a far vedere più chiaramente le cose.

Questa vita è stupenda,

sii dunque saggio, cuore.

Tu sei prostato, batti

più sordo, più a rilento..

Sai, ho letto

Che le anime sono immortali.

(Anna Achmatova, La corsa del tempo)

di Valentina Salierno