Incontri sulla scala di Penrose: la vita negli altri

TAUTOLOGIA. GLI INCONTRI SULLA SCALA DI PENROSE DI MARCO M. CAPPONI
È sempre difficile parlare di un libro di un amico, forse perché si ha paura di essere di parte. Ma se mi ha insegnato qualcosa questa presenza nella mia vita, è che il pensiero oggettivo, non condizionato, è necessario per creare dei rapporti umani solidi e sinceri. Proprio per questo, un lavoro di un amico diventa un lavoro e basta, di uno scrittore qualunque letto per caso. Quel libro sul comodino una storia che non si conosce.
Era inverno quando per la prima volta ho letto il romanzo di Marco M. Capponi. Era ancora una bozza, un grumo di cancellature e cose da sistemare. C'erano domande che si attorcigliavano su loro stesse e personaggi che si arrampicavano fra le righe. Come nelle vertiginose scale piranesiane, quegli uomini erano fermi in un'aporia, senza sperare di uscirne salvi o purificati ma condannati. Si dibattevano alla ricerca della loro verità, ma non si curavano di raggiungerla. La scrittura di Marco, a volte strozzata, lasciava intravedere un barlume di speranza senza però mai andare incontro a quel raggio luminoso. Si suda, mentre si legge il libro: si voltano le pagine, si percepisce il malloppo di parole che si susseguono, si ha l'impressione di essere imprigionati nei pensieri e nelle vite dei personaggi. Questo è perché è una scalata: il lettore comincia a salire pian piano le vertiginose sezioni della scala e nel suo percorso incontra i personaggi del libro, che vivono, respirano, sbagliano. Meglio chiudere il libro e non leggerlo mai più? Fare un volo da quelle scale vinti da pensieri tautologici? No. No perché parlano della vita e per quanto scomode siano tutte le verità che troviamo scritte nel libro, non sono che il naturale decorso di una mente che cerca la sua pace e il suo posto nel mondo. Incontri sulla scala di Penrose è un libro vero, concreto, che non ha paura di parlare della vita in termini scomodi. Il protagonista conduce una vita apatica, piatta, che ai più ricorda quella dell'Emilio sveviano. La scrittura di Capponi è semplice, sincera, chiara, e questo rende scorrevole la lettura e più dolce la verità. Connubio perfetto, se si è pronti a questo esercizio.
Ecco come ha spiegato il suo libro l'autore. Lascio alle sue parole.
È la storia di un uomo che conduce una vita
apatica e mediocre fino a che, in seguito a un gesto disonesto, si ritrova a
vivere una vertiginosa ascesa sociale, che coincide col sogno ricorrente della
scala infinita in cui si sale senza scendere mai. Su ogni lato della scala il
protagonista incontra una donna, che in qualche modo segnerà la sua vita e le
sue scelte. Sullo sfondo, l'Italia dei primi anni Dieci del Duemila, che esce
malandata dalla crisi economica, inizia a usare i social, scopre il populismo e
vagheggia un'esistenza disillusa tra cene in ristoranti stellati, tornei di
calcetto, allenamenti in palestra e vacanze al mare in Romagna.
di Valentina Salierno