Gender Gap

29.01.2021

Gender Gap

[1]"Le storie che ci raccontiamo riguardo al nostro passato, al presente e al futuro sono tutte contrassegnate - deturpate - da una presenza-assenza che ha la sagoma di un corpo femminile. È il gender data gap: la mancanza di dati di genere."

La disparità di genere è un fatto, una verità normalizzata che ha profonde radici, tronchi robusti e foglie verdissime. È secolare e non ha nazione, ma è reale e il suo impatto è quotidiano: le implicazioni sociali che la disparità di genere comporta si sovrappongono al dato biologico, riguardano cioè il trattamento della donna percepita come femmina. A differenza del sesso, il genere è una creazione umana, ma anche questo, assieme a tutte le convenzioni socio-culturali che gli sono attribuite, è reale. A volte però l'esistenza di disparità di genere è ignorata, addirittura mitizzata, relegata a un tempo e a un luogo lontani. Altre volte la sua esistenza è ammessa, ma ne viene banalizzato l'impatto, e spesso è addirittura giustificata con motivazioni biologiche. Ma qui il problema non è il corpo femminile in sé, bensì il significato sociale che ad esso attribuiamo.

Il più delle volte l'ignorare il problema del gender gap non è dovuto a intenzioni malevole, ma è conseguenza di quel modo di non-pensare che esiste da millenni.

Dal 2006 il [2]World Economic Forum stipula il Global Gender Gap Index per rilevare l'entità del divario di genere globale. L'indagine tiene conto di quattro distinti ambiti: quello economico, politico, il livello di istruzione e l'ambito sanitario.

L'ultimo bilancio ha preso in considerazione 153 Paesi, Italia compresa, classificandoli in base al gap colmato e tracciandone i progressi.

Dai dati statistici emerge che la percentuale di parità raggiunta nel 2020 è del 68,6%, con un miglioramento rispetto allo scorso anno, ma con un divario medio del 31,4% che rimane ancora da colmare. Ciò significa che al ritmo attuale il Global Gender Gap potrebbe dirsi realmente superato in 99,5 anni.

Tra gli ambiti considerati il meno paritario è l'empowerment politico. Il concetto, nato alla fine degli anni sessanta, si traduce in un ripensamento della vita sociale di gruppi e di singoli, per aumentare la partecipazione politica di categorie sociali meno privilegiate, ampliandone le responsabilità e la possibilità di incidere sul dibattito decisionale. Nel 2020 è stato colmato solo il 24,7% del divario globale di responsabilizzazione politica. Ad oggi solo il 25% dei seggi parlamentari di tutto il mondo è occupato da donne, e solo il 21% dei ministri sono donne. In ben 85 dei 153 Paesi non c'è mai stato un capo di stato donna. Secondo gli ultimi dati statistici raccolti, il divario politico di genere richiederà 95 anni per essere superato.

L'altro ambiente di principale criticità è quello economico. La minor presenza delle donne sul mercato del lavoro contribuisce ad accentuare il divario di genere tra partecipazione economica e opportunità. Sul piano globale, rispetto al 78% di uomini tra i 15-64 anni, solo il 55% delle donne (nella stessa fascia d'età) fa parte della forza lavoro. Ciò significa che del Gender Gap nella partecipazione globale alla forza lavoro deve essere ancora colmato oltre il 23%.

Del divario sulla partecipazione economica è stato superato il 58,1% nel 2019, allargandosi rispetto al 57,8% del 2018, ma il raggiungimento della parità effettiva richiederà altri 257 anni. I dati inoltre dimostrano che le implicazioni socio-economiche del COVID-19 stanno influenzando le donne in modo sproporzionato rispetto agli uomini. Al tutto si aggiungono le disparità finanziarie. Mediamente deve ancora essere colmato oltre il 40% del divario salariale e oltre il 50% del divario di reddito. Questi dati non solo evidenziano che le donne, in posizioni simili a quelle degli uomini, sono pagate meno, ma anche che le disparità di reddito sono maggiori dei divari salariali.

Le donne hanno anche meno probabilità degli uomini di ottenere entrate da attività non lavorative, come investimenti finanziari, che consentono guadagni più elevati. In molti paesi le donne sono significativamente svantaggiate nell'accedere al credito, alla terra o ai prodotti finanziari, così da non poter avviare un'impresa o vivere gestendo attività finanziarie. In 72 dei 153 Paesi considerati, donne di specifici gruppi sociali non hanno il diritto di aprire un conto bancario o ottenere credito. Un altro aspetto che incrementa la disparità finanziaria e le diverse opportunità di partecipazione economica tra i due generi, è la sproporzione di responsabilità e assistenza familiari che gravano sulle donne. Si tratta di un dato generalizzato, riscontrabile ovunque. In nessun Paese al Mondo gli uomini impiegano una quantità di tempo pari a quella delle donne per lavori non retribuiti (lavori domestici, assistenza agli anziani e volontariato). Anche nei paesi più progressisti sul piano della parità di genere, le donne trascorrono quasi il doppio del tempo degli uomini ad occuparsi di lavori domestici. Il tutto incide negativamente e pesantemente sulle possibilità di carriera di una donna, a vantaggio invece di quelle maschili.

Più rassicuranti appaiono i dati sul livello di istruzione, ambito in cui è stato colmato il 96,1% del divario, e che si trova dunque in una fase significativamente più avanzata rispetto agli altri ambiti. Il Gap varia a seconda dei livelli di istruzione: i divari di genere nell'alfabetizzazione e nell'acquisizione delle competenze base sono più ampi di quelli dei livelli di istruzione superiore, per cui il 90,4% delle ragazze e il 92,9% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono alfabetizzati. A livelli più alti di istruzione la parità tra i sessi è maggiore, con più donne iscritte a facoltà universitarie, in percentuale il 40,6% della popolazione femminile globale, rispetto al 35,6% di quella maschile.

Infine, il divario di genere riguardante la salute e la sopravvivenza del singolo è stato superato del 95,7% a livello globale. Dagli ultimi dati appare che, dei Paesi considerati, 48 hanno raggiunto la quasi parità, 71 Paesi hanno colmato il 97% del divario, e 9 devono colmare ancora oltre il 4% del loro divario (tra cui Pakistan, India, Vietnam e Cina). Ciò significa che milioni di donne in questi e altri paesi non hanno ancora pari accesso, rispetto agli uomini, ai servizi sanitari.


 di Alessandra Di Labbio.


[1]Invisible Woman: Exposing Data Bias in a World Designed for Men, Caroline Criado Perez.

[2]Fondazione non profit con sede a Cologny, presso il Lago di Ginevra.

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