Femminismo e maschilismo

[1]"Addestrarsi a una conoscenza critica nei confronti della lingua è una condizione necessaria per un'educazione alla convivenza democratica".
Dichiararsi femministe e femministi non è indolore. La parola femminista è fortemente stigmatizzata, si fa cioè carico di una serie di connotazioni negative. Molti ancora la intendono come l'esatto opposto del termine maschilista, ragione per cui affermano di "non essere né l'una né l'altra cosa, ma di essere per la parità". In effetti entrambe le parole si compongono allo stesso modo, nome del genere più suffisso, e ciò potrebbe inizialmente disorientare: chiunque sentisse per la prima volta la parola femminista, l'assocerebbe per ossimoro alla voce maschilista. In realtà però i termini non sono esatti contrari, e non hanno nulla di simile. Il maschilismo è per definizione l'adesione a comportamenti o atteggiamenti con cui si esprime la convinzione di una superiorità intellettuale, psicologica e biologica degli uomini, giustificando così la posizione di privilegio da loro occupata nella storia e nella società. Il femminismo è invece la posizione o l'atteggiamento di chi sostiene la parità sociale, economica e politica tra i due sessi, pur riconoscendone la differenza biologica. Per cui, laddove il maschilismo insiste sul dato biologico come diversità qualitativa, il femminismo la riconosce come dato positivo e ne rivendica la pari dignità. Ne consegue che non esistono solo donne femministe ma anche uomini femministi.
Qualcuno allora potrebbe obiettare che, essendo il femminismo un movimento che si batte per le pari oppurtinità tra i generi, la scelta terminologica sia poco adatta o inclusiva. Essa però nasce dalla duplice necessità di sottolineare il ruolo della donna, per non tacere la subordinazione che storicamente ha subito, e di ricordarne le radici. Il femminismo nasce dalle donne. Termini come paritarismo o ugualitarismo celerebbero intrinsecamente la storia, una storia di discriminazione e oppressione. Questo non significa naturalmente che l'uomo, in quanto tale, non sia o non sia stato vittima di soprusi. Il sistema patriarcale stesso incide pesantemente sui maschi, sponsorizzando quel modello di mascolinità tossica. A tal proposito Chimamanda Ngozi Adichie, scrittrice e femminista nigeriana, nel suo intervento del 2012 per TEDxEuston[2], ammette che "Facciamo un pessimo lavoro con i ragazzi, nel modo in cui noi li alleviamo. Noi soffochiamo l'umanità dei ragazzi. Definiamo la virilità in modo molto limitato. La virilità diventa questa piccola gabbia rigida e noi mettiamo i ragazzi dentro la gabbia. Insegniamo ai ragazzi ad essere spaventati dalla paura. Insegniamo ai ragazzi ad essere spaventati dalla debolezza, dalla vulnerabilità. Noi gli insegniamo a mascherare la loro vera essenza, perché devono essere, come dicono in Nigeria, uomini duri!".
E aggiunge: "Ma la cosa di gran lunga peggiore che facciamo ai maschi, facendo intendere che devono essere duri, è che li lasciamo con degli ego molto fragili. Più un uomo sente di dover essere un "uomo duro", più è debole il suo ego".
Il discorso di Chimamanda, poi diventato un libro, si intitola proprio We should all be feminist, e attraverso racconti personali e riflessioni, mira a decostruire anzitutto il pregiudizio comune. La terminologia non è una sottigliezza e la lingua è "il termometro dei costumi, delle opinioni, delle nazioni e dei tempi".[3]
Lo stigma che connota il femminismo è in parte dovuto a chi del termine fa un uso scorretto, appropriandosene per altri scopi, ma in larga parte è anche colpa di chi continua ad accontentarsi del sentito dire, senza documentarsi.
[1]E. Pasquini.
[2]Technology Entertainment Design,il marchio di conferenze americane gestite dall'organizzazione privata non-profit The Sapling Foundation. I TEDx sono eventi organizzati in modo autonomo ma basati sulla filosofia TED.
[3]G. Leopardi.
di Alessandra Di Labbio